F. Vignazia, Madre della Chiesa, Disegno su carta, XX sec. |
In questi ultimi giorni, un amico ha condiviso sul web una canzone in dialetto romagnolo che mi ha
fatto pensare:
“S’a foss, s’avess, s’andess /
magari un de a putess /
pinsè che se avleva a puteva /
e inveizi a so’ incora a que’ /
S’andess, s’avess, s’a foss /
magari un’età mè! /
pinsè che l’am scapa str’al dida /
sta fola a’csè bela /
ala và c’à s’invola”.
Quante volte nella nostra vita facciamo progetti e poi arriva un inconveniente, un imprevisto più o meno difficile da gestire: e così i sogni diventano rimpianti… anche quando questo riguarda chi
avremmo voluto essere.
La ripresa della vita liturgica e in parte pastorale, pur con alcune limitazioni dettate dalle giuste norme di sicurezza sanitaria, non è soltanto un riprendere il filo del discorso interrotto dai decreti dello scorso 8 marzo.
Il Signore, infatti, non ha mai interrotto il suo donarsi a noi con amore. La vita, giorno dopo giorno,
si è dovuta adattare alle nuove situazioni ma ci ha fatto scoprire quanto è preziosa e come fugge via
velocemente.
C’è però una ricetta capace di trasformare i rimpianti in opportunità: ritrovarsi comunità in cammino che riscopre le tradizioni non come semplice ripetersi di riti, ma come luogo dove fummo affidati alla grazia di Dio.
Anche quest’anno tornerà fra le nostre case la Madonna della Salute, anche se in modalità diversa altri anni.
Per Solarolo sarà un ricominciare con un sano realismo, ma sempre con gli occhi e il cuore capaci di trasformare i rimpianti per le abitudini stravolte in rinnovata fiducia in chi conduce davvero la storia.
don Tiziano