venerdì 28 ottobre 2022

EDITORIALE - Voce Amica - NOVEMBRE 2022 - Pregare vuol dire fiducia - 06-2022

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== EDITORIALE ==

PREGARE VUOL DIRE FIDUCIA


Qualche tempo fa lo slogan pubblicitario di una nota industria casearia si concludeva dicendo “… fa le cose per bene”.
Lungi da me voler fare pubblicità, ma questo slogan mi ha colpito. Spesso si pensa che basta fare le cose per essere a posto anche con il Padre eterno. Non è vero!

Occorre anche farle per bene, anche in campo spirituale. Nella nostra comunità parrocchiale riusciamo a proporre con cura diverse iniziative per tutte le età e in tanti cerchiamo di fare attenzione ai bisogni e alle necessità che giorno dopo giorno emergono, sia di tipo spirituale che materiale. La parrocchia non è solo una centrale che distribuisce servizi religiosi o documenti e certificati: è prima di tutto una famiglia che condivide il proprio cammino di fede in mezzo a un mondo che ogni giorno si allontana da Dio.

Le proposte che vengono messe in campo in parrocchia, dalla catechesi alla caritativa alla animazione del tempo libero nel Circolo e anche dello sport con le squadre del SanSeba hanno come scopo l’evangelizzazione ma non per questo hanno meno valore e vanno vissute con approssimazione.

Stesso discorso vale per la preghiera e le celebrazioni liturgiche che non devono essere pura formalità, ritualismo o abitudini, ma espressione vivente delle nostre gioie e delle nostre speranze, delle fatiche e anche dei dolori. Insomma: fatte per bene per viverle al meglio e infondere fiducia all’uomo di oggi così che, parafrasando un altro slogan ‘Pregare vuol dire fiducia’.

don Tiziano

sabato 27 agosto 2022

EDITORIALE - Voce Amica - SETTEMBRE 2022 - Che fine ha fatto la speranza? - 05-2022

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== EDITORIALE ==

CHE FINE HA FATTO LA SPERANZA?

Le notizie che arrivano ogni giorno parlano di guerra, crisi incombente, problemi economici che bussano alla nostra porta, crisi energetica, siccità e problemi per la campagna, violenza di genere dilagante, rischio nucleare … sembra un disastro destinato a portare il mondo all’ecatombe.

Come cristiani siamo, però chiamati a sperare contro ogni speranza, come ci invita san Paolo nel capitolo 4 della lettera ai Romani. Ma come fare? In questi mesi mi sembra di aver individuato due strade: il dialogo fra le generazioni e la gratitudine per quello che in ogni caso di buono esiste accanto a noi. In questo senso le impegnative attività estive per i ragazzi, il continuo sostegno alle famiglie, una vita di preghiera semplice ma fedele e quotidiana, così come anche le serate ricreative negli ambienti parrocchiali, sono stati gli strumenti preziosi che la parrocchia ha offerto per mantenere “il filo del discorso” con chi la Storia la conduce veramente: Dio.

I tanti educatori e cuochi volontari (a proposito grazie davvero a tutti) che hanno donato tempo e creatività, gli oltre 120 bambini e ragazzi coinvolti, mi fanno guardare con fiducia al nostro futuro, dove i problemi non mancheranno, ma cercheremo di affrontarli insieme con fede e creatività, sempre come comunità aperta e accogliente. In fondo è proprio questa la vera ricchezza che ci viene donata: una comunità di fede per la quale anch’io, dopo 25 anni di sacerdozio, sento di dire ogni giorno “Grazie”.

don Tiziano

mercoledì 4 maggio 2022

EDITORIALE - Voce Amica - MAGGIO 2022 - Cielo e Terra - 04-2022

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== EDITORIALE ==

CIELO E TERRA

Tutti nella vita viviamo l’esperienza della morte di persone care. Spesso succede, in questi casi,che i bambini chiedano è dove è andato il nonno/nonna. Quasi sicuramente i genitori rispondono ‘In cielo’, ma è una risposta che non cancella la tristezza che nasce da non poterli più vedere con gli occhi.

Il racconto dell’Ascensione, però, sottolinea gli apostoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Un cosa proprio strana! Ma come?!?! Invece di essere tristi perché Gesù sale al cielo, Pietro e gli altri apostoli sono pieni di gioia… Non è che non vedessero l’ora che Gesù partisse. La cosa vera è che si fidavano di Gesù, che credevano a quelle parole che aveva detto loro che sarebbe andato in cielo non per scomparire ma per essere più vicino a loro. Perché andare in cielo non vuol dire ‘essere un astronauta’ ma entrare nel mondo di Dio che è presente ovunque. I discepoli, quindi hanno capito che Gesù da quel momento sarebbe sempre stato con loro, fedele a quella promessa che troviamo nell’ultimo versetto del vangelo di Matteo “Ecco sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Per essere più precisi, i discepoli si ricordavano che Gesù aveva detto loro che sarebbe stato presente in modo particolare in tre ‘luoghi’.

•Il primo è l’Eucaristia, così che quando celebriamo la messa celebriamo un Vivente.
•Il secondo è la comunità, la Chiesa, perché quando ci riuniamo nel suo nome, Gesù è in mezzo a noi (ricordiamoci Mt 18,20).
•Il terzo luogo in cui è presente Gesù sono i poveri: “Tutto quello che avete fatto ad uno dei miei fratelli più piccoli lo avete fatto a me” (Mt 25,40).

Per vedere Gesù in cielo, non serve quindi il telescopio, ma occorre invece il microscopio, quello strumento che ci fa vedere dentro gli oggetti, che ci mostra l’infinitamente piccolo. E questo microscopio lo abbiamo già tutti: si chiama cuore. Il nostro cuore deve essere quel microscopio che ci aiuta vedere Gesù presente nelle piccole realtà, lì dove lo sguardo di molti non si ferma neppure! Celebrare la festa dall’Ascensione e ritornare a vivere un cammino di fede insieme a Maria, Madonna della Salute, può essere l’occasione per aprire gli occhi del cuore e riscoprire che la fede non è prima di
tutto fermarsi a guardare il cielo, ma è farsi carico della terra e delle sue fatiche.
Diceva S.Oscar Arnulfo Romero, vescovo di San Salvador in America Latina e ucciso mentre stava celebrando messa nella sua Cattedrale: “I cristiani sono chiamati a fare in modo che la terra diventi cielo”. In tempo di conflitti (internazionali o familiari), non del tutto usciti dalla pandemia, la festa della Ascensione sia l’occasione per tutti, redenti e non, di non sentirsi abbandonati ma incoraggiati da Dio, a rimboccarci le maniche nella fede.

don Tiziano

venerdì 8 aprile 2022

EDITORIALE - Voce Amica - PASQUA 2022 - Morte e vita - 03-2022

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== EDITORIALE ==

MORTE E VITA

Visitando le famiglie per la benedizione
pasquale, mi è capitato più volte di raccogliere i racconti di chi ha passato la guerra e i loro ricordi.
“Quando guardo i servizi televisivi - mi ha detto una persona - sento ancora l’odore dell’esplosivo nel naso!”. In questo contesto celebriamo la Pasqua, la festa della vita! Mai come quest’anno possiamo sentire nostre le parole della Sequenza Pasquale che la liturgia ci propone:
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello… Il Signore della Vita era morto, ma ora vivo trionfa!”.
Più che in altri anni, la Pasqua ci invita a riscoprire i segni di vita che sono accanto a noi, ad essere operatori di pace negli ambienti in cui viviamo (scuola, lavoro, famiglia) e nel tempo libero. Perché non dimentichiamoci che la pace è il primo dono del Risorto ai suoi discepoli. Per questo voglio condividere con voi questa poesia di San Giovanni Paolo II, perché sia una preghiera che ci accompagni in questi giorni bui:
“Aprite gli occhi a visioni di pace!/
Parlate un linguaggio di pace!/
Fate gesti di pace!/
Perché la pratica della pace porta alla pace./
La pace si rivela e si offre a coloro che realizzano/
giorno dopo giorno/
tutte quelle forme di pace/
di cui sono capaci”
.
Sappiamo che morte e vita segneranno sempre i giorni della storia. Ma alla luce del Mistero Pasquale e della risurrezione di Cristo sappiamo anche chi vincerà!
Anzi ha già vinto!
 

Buona Pasqua a tutti!

don Tiziano


mercoledì 23 febbraio 2022

EDITORIALE - ASCOLTARE - VOCE AMICA - QUARESIMA 2022 - 02-2022

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== EDITORIALE ==

ASCOLTARE

La Quaresima è per tutti tempo di conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità. Ascolto, innanzitutto, della voce dei bambini, che mi colpiscono con la loro spontaneità con frasi come: “Non mi ricordo cosa c’era prima del virus”. Ma arrivano al cuore anche le parole degli adolescenti: “Sto perdendo gli anni più belli della mia vita’. Infine ho letto le parole di alcuni parroci, insieme con i loro catechisti e collaboratori pastorali, che vedono diminuite il numero delle attività e la partecipazione del popolo, preoccupati di non riuscire a tornare ai livelli di prima, ma nello stesso tempo consapevoli che non si deve semplicemente sognare un ritorno alla cosiddetta normalità. Ascoltare in profondità tutte queste voci anzitutto fa bene alla nostra parrocchia. Abbiamo bisogno di imparare ad ascoltare in modo empatico, interpellati in prima persona ogni volta che un fratello si apre con noi.
L’ascolto, infatti, trasforma anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza e dell’autosufficienza.
Una comunità che ascolta è una Chiesa sensibile anche al soffio dello Spirito. Ascolto della Parola di Dio e ascolto dei fratelli e delle sorelle vanno di pari passo. L’ascolto degli ultimi, poi, è nella Chiesa
particolarmente prezioso, poiché ripropone lo stile di Gesù, che prestava ascolto ai piccoli, agli ammalati, alle donne, ai peccatori, ai poveri, agli esclusi.


La Quaresima può aiutarci ad abbassare i toni, le contrapposizioni per leggere la realtà e annunciare il Vangelo con la vita prima ancora che con le opere.

Buon cammino quaresimale, dove ascoltare il doppio e parlare la metà.

don Tiziano